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Intervista al Dott. Gilberto Gerra

di Giovanni Reale

In attesa dell’importante convegno “DIPENDENZE TRA PASSATO E FUTURO: le buone prassi” che si terrà il 12 ottobre 2015 presso l’Istituto di Medicina e Salute Spirituale, Centro “Le Sorgenti”, pubblichiamo un’intervista di Giovanni Reale al Dott. Gilberto Gerra (UNODC, United Nations Office on Drugs and Crime, Vienna).

1) Dottor Gerra che cosa è e come è organizzato l’UNODC?

L’ U.N.O.D.C. è l’agenzia leader nel contrasto alla droga, crimine internazionale e terrorismo. Operativo dal 1971, l’UNODC ha vissuto una serie di processi di ristrutturazione che hanno permesso di elaborare nel tempo un approccio integrato nella lotta mondiale a questi tre fenomeni. La sede centrale è a Vienna ma conta su 21 sedi regionali e nazionali, cui si affiancano due uffici di raccordo, rispettivamente a New York e Bruxelles. Nel perseguire i suoi obiettivi, l’UNODC conduce un ampio ventaglio d’attività: dai progetti di sviluppo alternativo al monitoraggio di coltivazioni illecite, dai programmi contro il riciclaggio di denaro sporco alle misure di prevenzione, recupero e reinserimento sociale delle vittime della droga.

2) Quali sono gli obiettivi dell’ UNODC e quali quelli della sua sezione?

L’UNODC ha come obiettivo quello di rafforzare l’azione internazionale contro la produzione, il traffico e le attività criminali connesse alla droga. All’interno dell’UNDOC sono responsabile di una sezione la Global Challenges Section che comprende le attivitá per la prevenzione e il trattamento delle dipendenze da sostanze, le iniziative contro l’infezione da HIV e l’AIDS, nonché gli sforzi per garantire una sopravvivenza sostenibile in quelle aree dove la povertà estrema e il degrado socio-culturale costituiscono il terreno per il diffondersi delle droghe e delle infezioni. Infatti qualsiasi attività di prevenzione e recupero delle tossicodipendenze deve essere svolta considerando la realtà in cui si opera. Per questo in aree che sono estremamente disagiate accanto ad attività di sensibilizzazione, tramite campagne informative che evidenzino i pericoli connessi al consumo di droga, non si può prescindere da interventi più ampi di sostegno sociale ed economico. Basta pensare a zone in cui per le popolazioni l’unica forma di sostentamento sono coltivazioni di materia prima per la produzione di sostanze stupefacenti, oppure situazioni in cui il degrado sociale e la povertà sono talmente gravi da rendere inefficace qualsiasi intervento di prevenzione o repressione e talvolta di cura.

3) In questo quadro quale ruolo ha la ricerca scientifica?

Sicuramente un ruolo strategico, in due sensi. Da un lato la ricerca è uno strumento indispensabile per la comprensione dei fenomeni droga e crimine, dall’altro per definire strategie di cura fondate sull’ EBM, che mettano al centro la diffusione delle buone pratiche ed un approccio scientifico al problema. Quest’ultimo tema riguarda anche i paesi occidentali sviluppati infatti, attualmente, soltanto gli USA hanno un piano di ricerca e sperimentazione organico sul fronte dell’ Addiction. Quindi bisogna ancora lavorare molto anche a livello di sensibilizzazione dei governi perché è indispensabile che l’adozione d’idonee decisioni politiche e operative sia fondata sulla base di dati acquisiti scientificamente.

4) Collegato al tema della ricerca scientifica c’è il tema della formazione degli operatori sanitari?

Certo, gli operatori devono essere messi in condizione di disporre di percorsi di formazione e aggiornamento che diano le conoscenze utili all’uso cosciente, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze biomediche (cioè prove di efficacia) al momento disponibili, al fine di prendere le decisioni migliori per l’assistenza dei pazienti. Anche su questo tema c’è ancora molta strada da percorrere anche se sono in campo alcuni progetti che dovremo portare avanti.

5 ) Qual è il ruolo delle Società e Associazioni Scientifiche?

Le società scientifiche possono avere un ruolo importante come soggetti propulsivi per la diffusione di cultura e formazione orientata ad un approccio scientifico e all’elaborazione e diffusione di linee guida sia in ambito nazionale che a livello internazionale condivise sulla base della letteratura scientifica. Possono inoltre avere un ruolo come soggetti attivi di ricerca e sperimentazione, ed emittenti autorevoli di cultura scientifica indipendente da condizionamenti di vario profilo. Processo che stiamo portando avanti anche all’interno della S.I.T.D.

6) Come è finanziata l’attività dell’UNODC?

L’UNODC dipende da contributi volontari, erogati principalmente dai governi, per il 90% del suo budget. Ma l’attenzione è rivolta a tutti i soggetti anche privati. Per molti anni l’Italia è stata il principale finanziatore del programma anti-droga dell’UNODC. Nel 2005, con circa 13 milioni di dollari, l’Italia si è attestata al terzo posto nella graduatoria dei donatori, alle spalle degli Stati Uniti d’America e della Commissione Europea.

7) Lei ha fatto parte dal 2004 del INCB un altro organismo dell’ONU che possiamo definire quasi come una magistratura internazionale per la lotta alla droga. Quali sono i temi di cui vi siete maggiormente occupati?

L’INCB collabora con l’Ufficio ONU per la Droga e il Crimine, così come con altri organi internazionali che si

occupano di temi legati alla droga, quali la Commissione sui Narcotici, l’OMS, l’Interpol e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane. Tra le sue funzioni ha: il controllo della conformità dei governi ai trattati internazionali sul controllo delle droghe e delle sostanze psicotrope prescrivibili, la cooperazione con i governi sull’uso di droghe per scopi medici e scientifici e contro la loro utilizzazione illecita. In termini più semplici si lavora per contrastare diversi fenomeni: farmaci contraffatti venduti sui mercati paralleli, abuso di medicinali utilizzati come droghe, aumento delle farmacie virtuali illegali dove si può comprare di tutto senza ricetta, la diffusione della cocaina che ha nell’Europa il suo secondo mercato mondiale, e l’eroina che dall’Afghanistan invade i Paesi vicini come l’Iran e da li’ viaggia verso la Cina e l’Europa. Si stima che nei Paesi in via di sviluppo il 25-50% delle sostanze che circolano siano fuori dal controllo delle agenzie sanitarie. Questo significa, ad esempio, che in una remota regione dell’Africa vengono vendute medicine sui banchetti insieme a frutta e verdura, e questi farmaci non sono controllati e spesso il contenuto non corrisponde a quello che c’è scritto sulla confezione’. Nel mondo occidentale, invece, la distribuzione illegale di questi farmaci avviene attraverso Internet o la distribuzione postale, ma anche con gli stessi canali delle droghe illegali classiche.

8) Quali sono le prospettive?

Si tratta, senza dubbio, di dimensioni in cui l’impegno delle Nazioni Unite si scontra con difficoltà apparentemente insormontabili, ma nelle quali non devono venir meno la fiducia nel cambiamento, la serietà e la scientificità delle strategie e la consistenza degli investimenti di risorse umane ed economiche.

Gilberto Gerra, già responsabile del Servizio Tossicodipendenze dell’AUSL di Parma, del Dipartimento per la lotta alla Droga presso la presidenza del Consiglio dei Ministri e membro del Direttivo Nazionale della S.I.T.D. (Società Italiana Tossicodipendenze).

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