Da oltre 35 anni diamo una risposta alle dipendenze creando un'alleanza terapeutica con gli Enti invianti, le famiglie e i soggetti coinvolti.

Enzo

Ciao sono Enzo, un giocatore compulsivo. Volendo la mia testimonianza può servire a qualcuno per diventare maggiormente consapevole della schiavitù del gioco d’azzardo. Spero che chiunque stia in una situazione “difficile” possa intravedere un barlume di luce come unico orientamento per/nel chiedere aiuto. Se ci trovassimo ancora una volta davanti ad una slot e dovessimo riuscire a considerare in quel momento che i giorni e le ore buttate contengono tutto ciò che è “intorno” a me, come ad esempio la famiglia, gli affetti di chi ti vuole bene, saremmo davvero a buon punto! Ma, tutto ciò è dannatamente quasi impossibile in quel momento! Siamo così attratti dai colori, dagli odori e dalla adrenalina compulsiva irrefrenabile, che solo in ultimo diciamo: ma che caspita ho fatto! E’ quel senso di colpa che c’è bisogno di combattere e rendersi responsabile! Ecco perché la prima moneta che ti ritrovi in mano usala per chiedere aiuto. Imparo a vivere nel presente guardando avanti e personalmente reputo il gioco d’azzardo come una malattia da cui guarire. Sono un uomo di 65 anni e voglio raccontare un episodio per me doloroso. Sono passati più di 4 anni da quella maledetta sera che presi le mie robe e me ne andai da casa. Il mio gesto è legato a un “buco” di 2.500€ buttati al gratta e vinci e scoperto da mia moglie, quindi l’ennesimo litigio con conseguente mia risposta negante al problema. Nei successivi 9 mesi mi sono giocato tutto compreso la mia dignità di uomo, padre e marito. Solo grazie all’interesse di mio cognato Raffaele, ho potuto comprendere l’importanza di ricevere attenzione e considerazione ancora una volta nonostante tutto. Rimasi colpito di quanto mio cognato aveva reso reale il mio problema, infatti aveva già preso contatto con i Giocatori Anonimi di Brindisi i quali gli avevano indicato come poter affrontare l’argomento con me. Il 7 dicembre 2011 per me è stato il giorno della liberazione, ho partecipato alla prima loro riunione. Sono stato accolto da un gruppo di circa 20 persone e tra loro Angelo, il quale mi ha invitato a buttare fuori questo maledetto peso dentro me e, cogliendo l’invito, l’ho fatto. Da quella sera sono passati felicemente quasi due anni poiché stavo riprendendo la “mia” vita in mano, ma, da un evento per me doloroso mi sono reimmerso nella solitudine e da lì a poco sono ricaduto. Più passavano i giorni e più mi rendevo conto che da solo non ce l’avrei mai fatta, non solo a smettere di giocare, ma, sentivo il bisogno di entrare in una struttura comunitaria, ho preso il telefono ed ho chiamato don Giuseppe. Da 20 giorni mi trovo presso la Comunità Emmanuel di Lecce “Villa Marsello”, mi trovo bene e l’affetto degli operatori e del gruppo fanno la loro parte. Così ho iniziato questo percorso comunitario che per il momento mi dà la possibilità di affrontare non solo la problematica del gioco, bensì i vari aspetti di un mio comportamento che probabilmente mi portano a giocare d’azzardo.

Oggi scopro che esistono i colori, i profumi, i sorrisi e persone che mi amano al di là della presenza fisica, per la persona meravigliosa che voglio e posso essere.

Enzo

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