Da oltre 35 anni diamo una risposta alle dipendenze creando un'alleanza terapeutica con gli Enti invianti, le famiglie e i soggetti coinvolti.

Servizi

Il Settore Dipendenze della Comunità Emmanuel offre diversi servizi presenti sul territorio nazionale (Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia) e all’estero (Albania, Egitto, Ecuador):

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accoglienza residenziale per tossicodipendenti, per persone con problemi e patologie alcool correlate,anche se sottoposti a misura giudiziaria;
• progetti di intervento specialistico per la fase di disintossicazione, valutazione e diagnosi;
• ascolto, consulenza, sostegno, terapia individuale e di gruppo (non residenziale) per dipendenti da cocaina, ludopatia e designer drugs;
• interventi per la prevenzione e la cura delle dipendenze da alcool, droghe, fumo, ludopatia (gioco d’azzardo patologico e altri comportamenti compulsivi);
• prevenzione, formazione, promozione del benessere e della salute;
interventi medico-psico-educativi, attività terapeutiche individuali, di gruppo e familiari;
counselling, e inserimento socio-lavorativo.

Programma terapeutico

Per strutturare un percorso terapeutico rivolto alla persona con disturbi correlati all’uso di sostanze psicotrope viene sviluppata un’intensa e specifica attività. L’accoglienza in Comunità e l’attuazione del programma prevede una prima valutazione della richiesta di aiuto. Considerata la diagnosi, chiariti gli obiettivi, definite le tappe, si concorderanno tempi e modalità per raggiungerli a breve, medio, lungo termine, a seconda del caso.

I primi passi del programma iniziano, quindi con la conoscenza reciproca:

per la Comunità, questo è il primo momento che concorre all’analisi della domanda, alla valutazione circa le condizioni personali, la storia di vita, il contesto relazionale-affettivo della persona individuandone i suoi punti di forza e debolezza.

Per la persona che chiede l’ingresso, questo è il primo momento della presentazione della struttura. La persona inizia gradualmente a familiarizzare con il programma terapeutico e le specifiche modalità d’intervento e inoltre prende visione del regolamento interno.

Il primo contatto avviene attraverso il Centro di Ascolto territoriale della Comunità Emmanuel, qui viene sviluppata una intensa specifica attività che mira a stabilire rapporti di conoscenza e collaborazione tra l’utente, la sua famiglia, l’Ente Pubblico inviante e la Comunità. Viene preparata una cartella personale allegando relazioni e documentazione necessaria da presentare all’équipe dalla struttura riabilitativa, che a seconda del caso, organizzerà dei colloqui nel Centro terapeutico preposto all’accoglienza.

La qualità dell’accoglienza, la capacità di favorire l’incontro e la relazione di fiducia con l’accolto, costituiscono le competenze e i punti di forza fondamentali per l’alleanza terapeutica in una fase dove l’intenzionalità di un percorso terapeutico in Comunità è ancora fragile e incerta.

Lo spirito e la filosofia dell’intervento della Comunità Emmanuel, sin dall’origine del suo servizio di cura e trattamento delle dipendenze, si può riassumere nell’arte dell’amore intelligente e fermo, capace di “accompagnare” nel lento e delicato processo della crescita umana, di empowerment personale e di affrancamento dalle dipendenze patologiche.

L’ammissione in Comunità dipende soprattutto dall’adesione del soggetto alla proposta di vita e di cammino terapeutico della Comunità Emmanuel.

Una proposta corrispondente viene presentata alla famiglia (o a chi la rappresenta), invitata a coinvolgersi e procedere in un percorso parallelo, impegnandosi a partecipare attivamente ai vari incontri, verifiche, visite, telefonate, occasioni significative del cammino, che si svolgono in Comunità. Particolare attenzione al compito della famiglia viene posta in occasione in cui  la persona in cammino terapeutico rientra  a casa per verificare le specifiche abilità e competenze che si stanno maturando nello svolgimento del programma residenziale in Comunità.

Fin dall’inizio si cerca inoltre di aprire e sviluppare il contatto e il dialogo con l’Ente pubblico, soprattutto con il SER.T. o con nuclei o presidi corrispondenti, sia quando l’utente viene da questi proposto alla Comunità sia quando viene dalla Comunità inviato ai SER.T. o presidi corrispondenti per i necessari e opportuni interventi medico-psico-sociali e affinché il programma comunitario venga riconosciuto come elemento del progetto terapeutico del soggetto in questione e quindi si cerchi di provvedere opportunamente anche all’aspetto tecnico-amministrativo. Tuttavia, dialogando e collaborando così con l’Ente pubblico, la Comunità cerca di dare sempre il primato alla persona per cui è possibile che, nella misura in cui le circostanze lo richiedono, si seguano tempi e modi diversi da quelli ordinariamente previsti.

Giocare in un casinò online aiuta a combattere altre dipendenze fornendo un ambiente controllato, separato dallo stress quotidiano della vita. L’eccitazione di vincere o perdere può aiutare a distrarre le persone dalle loro altre dipendenze, rendendo più facile rompere l’abitudine. Inoltre, giocare al casinò online con soldi veri può fornire socializzazione e compagnia che mancano in altre situazioni.

Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, ha scoperto che giocare ai giochi da casinò online può ridurre il desiderio di sostanze come droghe e alcol. In effetti, lo studio ha rilevato che i giocatori che hanno trascorso più tempo a giocare a giochi d’azzardo avevano meno probabilità di ricadere dopo aver abbandonato l’abitudine all’abuso di sostanze. I giocatori che hanno trascorso più tempo a giocare a video poker o blackjack nei casinò online avevano meno probabilità di ricadere dopo aver abbandonato la loro dipendenza, secondo lo studio.

Una volta, dunque, che il soggetto abbia conosciuto e accettato la proposta e la metodologia di intervento della Comunità, viene accolto e immesso in un programma terapeutico-riabilitativo (percorso personalizzato, individuale e di gruppo). Raggiunti gli obiettivi che gli Operatori (Comunità e Ente inviante), la famiglia e l’accolto si sono prefissati, si svolge una verifica nella quale si conclude il percorso o lo si ridefinisce con nuove proposte e nuovi obiettivi che eventualmente potrebbero emergere. Lo scopo è, che attraverso un continuum di tappe successive e concatenate di una terapia di processo intensa e strutturata, la persona, attraverso una nuova e più profonda presa di coscienza della realtà, di sé stesso e attraverso una progressiva responsabilizzazione, socializzazione, possa elaborare un autentico, personale progetto di vita, possa ritrovare l’autonomia, l’emancipazione dalla droga e una soddisfacente qualità della vita.

L’accoglienza avviene generalmente nelle strutture della Comunità Emmanuel presenti sul territorio da cui la persona accolta proviene.

Durante la fase del programma l’accolto può essere trasferito nei diversi Centri della Comunità Emmanuel dislocati sull’intero territorio nazionale.

Gli eventuali spostamenti, concordati con l’Ente inviante, saranno determinati dalle esigenze terapeutiche della persona accolta e dall’equipè che la Comunità cercherà di offrire, differenziandola nei luoghi e negli interventi, presentando nuove e più ampie opportunità di relazione, socializzazione e una attuazione più personalizzata del programma terapeutico.

Il programma terapeutico riabilitativo della Comunità Emmanuel è comunemente indicato con il termine “cammino” perché è inteso come terapia di processo, strutturato attraverso un percorso a tappe-fasi (pre-accoglienza, accoglienza, esserterapia, responsabilità, pre-rientro, re-inserimento). Lo scopo è, che attraverso un continuum di tappe successive e concatenate di una terapia di processo, intensa e strutturata, la persona, ritrovi l’autonomia, 1’emancipazione dalla droga e una soddisfacente qualità della vita. Un programma così articolato,

  1. a) richiede mediamente 18 mesi; a volte di meno; a volte di più, per alcuni soggetti particolarmente segnati da una lunga storia di malattia, con profondo disagio personale e famigliare o tristemente e rozzamente chiusi ad ogni sano senso della vita e ad ogni autentico valore, incredibilmente e terribilmente immaturi;
  2. b) può essere interrotto o per iniziativa della persona accolta (stanca dell’impegno o illusa di essere già “guarita”; parecchi comunque ritornano dopo nuove esperienze fallimentari) o per iniziativa della Comunità (sospensione o espulsione per rifiuto grave e ostinato delle esigenze e delle condizioni del cammino stesso);
  3. c) può essere più o meno accelerato o rallentato a seconda della struttura di personalità di ogni soggetto; della gravità dei problemi e “ferite” che porta con sé; della qualità d’impegno e di volontà che sa sviluppare; della misura di responsabilità, partecipazione e collaborazione della famiglia.

Condizione per l’ammissione è l’adesione e l’accettazione della proposta di vita comunitaria e del programma terapeutico della Comunità. Pertanto, chi chiede di essere accolto deve sottoscrivere il programma terapeutico ed il presente regolamento, previa presa visione degli stessi.

 

Allegati

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