Da oltre 35 anni diamo una risposta alle dipendenze creando un'alleanza terapeutica con gli Enti invianti, le famiglie e i soggetti coinvolti.

“Alleanze educative”… Per combattere le dipendenze

del Tavolo Ecclesiale Dipendenze

Dal 2014, alcune tra le principali realtà ecclesiali che realizzano progetti di accoglienza e aiuto alle persone con problemi di dipendenza, condividono con la Caritas Italiana un percorso di lavoro comune all’interno del TED – Tavolo Ecclesiale Dipendenze.

Ogni anno, in occasione della Giornata Internazionale contro l’Abuso ed il Traffico Illecito di Droga, CNCA, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità Casa dei Giovani, Salesiani per il Sociale, FICT, CDO Opere Sociali, Comunità Emmanuel, Comunità di Sant’Egidio, organizzano un seminario di approfondimento sul tema delle dipendenze che, quest’anno è stato:

Giovani al Centro. Esperienze di una comunità che cresce tra fragilità e risorse”.

 

Pubblichiamo di seguito il documento che il TED ha realizzato per l’occasione.

 

La questione dipendenze, soprattutto la droga, è sparita dalle agende e dalle priorità delle istituzioni, se non per quanto riguarda il gioco d’azzardo. Di droga, di alcol, di psicofarmaci, di devianza si parla solo quando si è di fronte alla morte di uno dei nostri ragazzi. I tempi del confronto e dei dibattiti sono dettati solo dalle emergenze. Non ci si interroga, non si discute su ciò che, pure, ormai è evidente, e cioè la crescita esponenziale dell’abuso di sostanze tra i ragazzi, il sempre più diffuso uso di psicofarmaci e di nuove sostanze acquistate online. Il web è la nuova piazza di scambio e di acquisto.

 

La sensazione è quella di una resa generalizzata di fronte al disagio e alle dipendenze. Si accetta – come se fosse normale – che ormai un terzo degli studenti minorenni che frequentano le scuole superiori utilizzino le nuove sostanze.

 

Il tavolo ecclesiale sulle dipendenze promosso da Caritas Italiana e composto da diverse realtà (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa dei Giovani, Compagnia delle Opere-Opere sociali, Comunità di Sant’Egidio, Comunità Emmanuel, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT) e Salesiani per il Sociale) chiede al mondo della politica, alla società civile, e alla comunità ecclesiale, una nuova attenzione al mondo dei giovani, con due obiettivi:

  1. presidiare le fragilità, cioè la zona grigia, sotterranea, che interessa tutti;
  2. richiamare le responsabilità di tutti coloro che hanno un ruolo educativo, questo ruolo, promuovendo delle alleanze educative sul territorio.

 

Chiediamo pertanto

 

1. Programmi di prevenzione organici, con finanziamenti stabili, che consentano percorsi educativi continuativi e coinvolgano il territorio e il mondo della scuola.

Il target dei giovani “a rischio” non è rappresentato solo dai consumatori di sostanze o da chi rischia la devianza o il disagio psichiatrico. È costituito anche da tutti quei giovani che rischiano di gonfiare la fascia dei neet, di coloro che né studiano né lavorano. Si tratta di intervenire precocemente per intercettare e contenere comportamenti a rischio come sono l’autolesionismo, l’isolamento sociale, i disturbi dell’alimentazione, la promiscuità sessuale, le tendenze verso la ricerca esasperata di emozioni, le forme di analfabetismo emotivo; comportamenti che ugualmente compromettono i percorsi di crescita.

 

2. L’avvio di un processo partecipato di riforma del sistema normativo sulle dipendenze, fermo ancora a 30 anni fa, al DPR 309/90.

In particolare, la revisione della normativa quadro dovrebbe contenere tre punti imprescindibili:

  • la ricostituzione del Fondo nazionale Lotta alla Droga;
  • la creazione di un fondo per le politiche di reinserimento lavorativo;
  • un sistema procedurale che renda automatica per i soggetti con dipendenza sottoposti a processo, già nella fase dibattimentale, la possibilità di accedere a percorsi di recupero, qualora la pena sia inferiore ai limiti previsti per l’accesso alle misure alternative

 

3. Il rafforzamento del Dipartimento Politiche Antidroga, da mantenere sotto la Presidenza del Consiglio.

 

4. La convocazione della Conferenza Nazionale, così come previsto dalla legge, costruita in forma di Consensus Conference, affinché attraverso un processo partecipato si possa giungere alla definizione dei principi riformatori della normativa e di linee guida nazionali per il trattamento delle dipendenze.

Ma è la stessa società civile, sono i contesti educativi primari – le famiglie, la scuola, le realtà aggregative, le comunità ecclesiali – che possono e debbono riattivarsi per offrire attenzione e ascolto ai giovani.

Le nostre comunità terapeutiche, in questi anni, si sono rinnovate nei percorsi e negli obiettivi. Si sono rimesse in gioco: non sono più solo un luogo-rifugio per accogliere chi è rimasto tagliato fuori dalla vita sociale, rappresentano un punto di riferimento, di ascolto, un “presidio delle fragilità”, una risposta per le diverse situazioni di disagio, facilitando i giovanissimi a reinserirsi nei percorsi di istruzione, di formazione e all’interno dei contesti relazionali propri della fase evolutiva. E rappresentano un patrimonio di strumenti e modalità, a favore delle famiglie, delle scuole, dell’associazionismo di base, e delle stesse realtà ecclesiali.

Per questo motivo le nostre comunità terapeutiche si offrono oggi come interlocutori, ricchi di esperienza, per l’attivazione di “alleanze educative” in ogni realtà territoriale del Paese, volte a sostenere le fragilità adolescenziali e giovanili, e, allo stesso tempo, a dare sostegno alle fragilità e alle solitudini degli stessi adulti, nella consapevolezza che non sono i giovani ad essere un problema, ma è il nostro mondo adulto ad attraversare una crisi profonda.

Nella prospettiva di queste “alleanze educative”, di questo comune riconoscimento delle vulnerabilità e delle fragilità tanto dei giovani quanto degli adulti, le comunità parrocchiali e i gruppi giovanili ecclesiali potrebbero sentirsi interpellati a prestare particolare attenzione ai momenti difficili attraversati dai loro giovani e dalle loro famiglie e a cercare una sponda di dialogo e di collaborazione con l’universo delle nostre Comunità, dei nostri servizi, dei nostri operatori.

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