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Social: dipendenza o uso problematico?

di Danilo Cozzoli

(Articolo tratto da Notizie Emmanuel, Anno XXXVI, n.9-10, Settembre/Ottobre, 2017)

 

Introduzione

Nell’ultimo decennio, la sempre crescente popolarità dei social network (di seguito SN), potenziata dalla diffusione degli smartphone e della connessione h 24 a internet, ha cambiato profondamente molti aspetti dell’interazione tra persone, specie tra i giovani. Questo fenomeno, per la sua espansione e portata rivoluzionaria, ha suscitato accese controversie. In programmi televisivi e riviste divulgative aumentano gli interventi che mettono in guardia dai rischi connessi all’uso dei SN, al punto di avere generato una diffusa diffidenza, specie tra le persone che ne hanno poca dimestichezza. Sempre più frequentemente si sente parlare del rischio di dipendenza da social network al quale sarebbe esposta soprattutto la Net Generation, ma come si debba intendere questo concetto non è semplice e condiviso. Si tenterà quindi di seguito di fare chiarezza su alcuni aspetti.

 

Il concetto di “dipendenza patologica”, per lungo tempo riferito solo all’uso di alcol e droghe, è stato successivamente esteso anche ad altri comportamenti nei quali non venivano assunte sostanze tossiche, ma, comunque, caratterizzati dalla compulsività, ovvero da un’incontrollata necessità di  compiere una specifica attività. Prevalentemente sono stati segnalati: il gioco d’azzardo, il sesso, le relazioni affettive, lo shopping, il lavoro, lo sport e internet. Al riguardo sono stati usati i nomi di “nuove dipendenze” o “dipendenze senza sostanza” o “dipendenze comportamentali” o, infine, “addiction”. Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM V (ndr) – nella sua quinta e più recente edizione, parla, infine, di «disturbi non correlati a sostanze», tra questi, peraltro, l’unico classificato è il “disturbo da gioco d’azzardo”. Tra i diversi tipi di disturbo da abuso della rete è stato inserito, tra le «condizioni che necessitano di ulteriori studi», il solo «disturbo da gioco su internet». Con questi chiarimenti si può giungere, quindi, alla prima fondamentale precisazione che, non essendoci criteri diagnostici condivisi e ufficiali, allo stato dell’arte non si può fare con rigore una diagnosi di “dipendenza da social network” e non se ne può stimare fondatamente la prevalenza tra i giovani. Gli innumerevoli articoli allertanti su una diffusione della dipendenza dai SN vanno quindi letti con adeguata cautela.

 

Criteri diagnostici

Anche senza riferirsi al concetto di “dipendenza”, si possono invece considerare le problematiche connesse a un uso improprio dei SN, problematiche che, in effetti, riscuotono motivatamente una crescente attenzione da parte della comunità scientifica oltre che dell’opinione pubblica.

 

Gli indicatori per rilevare i disturbi da SN, che presentano peraltro spiccate similitudini con quelli per le dipendenze da sostanze psicotrope sono: l’abuso – dedicare molto tempo ai SN e accedervi nei più svariati momenti della giornata: appena svegli; durante attività scolastiche o lavorative; mentre si mangia – l’uso improprio vede anche la conversione delle attività della vita quotidiana in attività di SN, pubblicando qualcosa che è accaduto o che si sta facendo, anche se ordinario e di poco conto; lo svolgimento delle attività reali per renderle di SN – decidere di andare in un determinato luogo appositamente per fare dei bei selfie da pubblicare, o andare a un evento al fine di mostrare nei SN di avervi partecipato; ridurre l’interesse e il tempo dedicati ai precedenti sport, hobby e divertimenti; connettersi anche mentre si è in compagnia di altri amici e restare svegli sino a notte fonda per restare connessi ai (fenomeno detto vamping) – infine l’assuefazione – sentire il bisogno di trascorrere crescenti quantità di tempo nei SN per mantenere la stessa sensazione di piacere – l’ossessione – pensare, mentre non si è connessi, a cosa sia avvenuto nelle precedenti partecipazioni ai SN, o anticipare cosa si farà in quelle successive – il craving – sentire il desiderio impulsivo, urgente e irrefrenabile di partecipare ai SN.

 

Gli studiosi ne hanno differenziato tre forme.

  • Il reward crarving: un desiderio di ricompensa che si esprime come eccitazione nel vedere l’accrescersi degli apprezzamenti degli altri alle proprie pubblicazioni (ad esempio una like addiction); questa forma è prevalente nelle personalità narcisistiche e istrioniche.
  • Il relief craving: un desiderio di sollievo dell’ansia, derivante dalla rassicurazione di non ricevere critiche ed esser accettati; questo è più tipico di personalità dipendenti, insicure e timide.
  • L’obssessive craving: un desiderio insistente di controllare le notifiche, con la conseguente compulsione a intervenire, rispondere, precisare, (generando fenomeni quali fisking, comment back e neverending comment); caratteristico delle personalità ossessivo-compulsive, ostinate e puntigliose.

 

Altri indicatori di dipendenza da SN sono anche altre forme.

  • La compensazione, che consiste nell’usare i SN come una specie di “auto-terapia” per mitigare stati d’animo negativi (stress e depressione), o come un diversivo per eludere impegni o problemi da affrontare.
  • La compulsione, che consiste nel non riuscire a ridurre il proprio uso dei SN e l’astinenza, che consiste nel sentirsi irritabili, ansiosi o tristi quando non si può partecipare ai SN. Al riguardo c’è chi parla anche di sindrome da disconnessione (o nomofobia, dall’inglese: no-mobile), indicante lo stato di crescente ansia di chi non possa connettersi alla rete per qualche ragione, come la mancanza di campo, il termine dei giga disponibili per la navigazione, ecc.
  • Le conseguenze sociali, continuare a usare i SN nonostante quest’attività stia procurando delle ripercussioni negative in uno o più ambiti della vita (familiare, amicale, sentimentale, sportiva, scolastica, lavorativa, ecc.).
  • La minimizzazione, che consiste nel negare di avere un problema nell’uso dei SN e sminuire le conseguenze negative derivanti dal loro uso, o attribuirle ad altre cause.
  • Il nascondimento, che consiste nel mentire riguardo alla quantità di tempo passata a usare i SN o a usarli di nascosto.
  • Particolarmente rischioso quando si arriva a nascondere problematiche connesse ai SN, per esempio è nascondere di esser vittima di cyberstalking, cyberharassment, cyberbullying. La ricaduta, che è il rischio di tornare alla precedente condotta di uso esagerato e compulsivo anche dopo un prolungato periodo di astensione.

 

Un così ampio e complesso ventaglio di indicatori aiuta a comprendere come solitamente non sia sufficiente l’individuazione di uno o due di essi per poter parlare di uso problematico dei SN. Con particolare riferimento alla quantità d’uso, ad esempio, i SN si possono utilizzare a lungo senza giungere ad alcuna forma di disturbo o dipendenza. D’altra parte, anche laddove un genitore credesse di riscontrare in suo figlio diversi indizi di disturbo da SN, converrà sempre che si affidi al parere di uno psicologo esperto anziché improvvisarsi in valutazioni e interventi.

 

Eziologia (cause del disturbo)

Non avendo criteri diagnostici condivisi, i disturbi correlati ai SN non possiedono neanche un inquadramento eziologico chiaro, sicché un altro ambito di dibattito riguarda le cause che potrebbero determinarne l’insorgenza. I fattori principalmente indagati riguardano le caratteristiche dei SN, dei soggetti che li usano e del loro contesto sociale.

 

A differenza delle sostanze psicotrope che presentano un potere tossicomanigeno, ovvero una capacità intrinseca di indurre dipendenza, non vi sono evidenze che i SN possiedano un’analoga capacità “addittiva”, ovvero non risulta che la sola fruizione, anche abbondante, possa generare addiction, tuttavia i SN si sono strutturati su un grande sistema di feedback sociali, sicché gli apprezzamenti ricevuti agiscono come “rinforzi positivi” che possono motivare il soggetto a riutilizzarli con maggior frequenza, per cui, anche laddove non ci fosse un soggetto dipendente, nondimeno lo influenza (o lo “condiziona operativamente”) a continuare a usarlo. Questa precisazione torna utile per capire come una persona condizionata all’uso dei SN potrebbe non manifestare fenomeni di craving, compulsione o astinenza e, tuttavia, presentare un notevole abuso con le debite conseguenze negative.

 

Più plausibile sembra che una dipendenza possa svilupparsi a causa di pre-esistenti caratteristiche dei soggetti che rendano particolarmente sensibili ai feedback sociali. Al riguardo si può pensare a condizioni psicopatologiche quali i disturbi di personalità – narcisistico, dipendente ed evitante –oppure a disturbi come ansia, depressione, discontrollo degli impulsi e disfunzione neurobiologica dei meccanismi di gratificazione; soprattutto si deve considerare quella condizione psicologica normale dell’età evolutiva che è l’adolescenza. Nella fase di costruzione della loro identità, i giovani sono, infatti, alla continua ricerca di riconoscimento e approvazione sociale in quanto disposti a tutto pur di farsi accettare e, pertanto, notevolmente condizionabili dal giudizio degli altri; per questo motivo gli adolescenti risultano tra le categorie più esposte e vulnerabili al ricercato e temuto sistema di feedback che sorregge i SN. In questi casi diventa determinante la vicinanza e la funzione della famiglia, della scuola e delle altre agenzie di socializzazione nel supportare il bisogno di crescita, auto-stima, auto-efficacia e acquisizione di identità personale e sociale.

 

Un ruolo fondamentale nel facilitare l’insorgenza di un disturbo da SN è svolto anche dai vari fattori ambientali, tra i quali: non aver ricevuto adeguata educazione o accompagnamento nell’uso dei SN; vivere in una famiglia problematica e conflittuale; abitare in aree prive di centri di aggregazione e occasioni di svago; subire eventi di vita negativi.

 

Conclusione

Laddove non vi siano condizioni pre-morbose o psico-patologiche individuali – e in presenza di un contesto sociale adeguatamente presente e gratificante, si potrà ragionevolmente attendere che una persona faccia un uso equilibrato, piacevole e positivo dei SN.

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