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Le Comunità Terapeutiche nel tempo del Covid 19. Nuove disposizioni

Dopo soli pochi giorni dall’incontro organizzato a Lecce dalla Comunità Emmanuel il 26 giugno scorso – in occasione della Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga – per discutere e fare il punto sulle problematiche incontrate dalle Comunità Terapeutiche nel tempo del Covid 19, al quale ha partecipato anche il Prof. Pierluigi Lopalco, in qualità di Coordinatore della Task Force emergenza Covid Puglia, la Regione Puglia, con Disposizione del 7.07.2020, ha integrato e specificato i contenuti della disposizione prot. AOO/005/2138 del 16.06.2020, con la quale erano stati stabiliti, tra l’altro, i requisiti logistici minimi obbligatori da garantirsi da parte delle Strutture Residenziali Sociosanitarie per la gestione dei casi Covid-19, nonché per la gestione dei nuovi ingressi di ospiti nelle rispettive sedi, consentendo finalmente alle strutture per le dipendenze patologiche di continuare la propria funzione terapeutica.

La normativa emanata sino a questo momento, anche per le persone affette da dipendenza patologica, avevano limitato fortemente, se non inibendola del tutto, la possibilità di avere interazioni sociali.

Così facendo, il fare “prevenzione del Covid-19” si era tradotto, inevitabilmente, nell’impossibilità di realizzare una reale terapia di riabilitazione dalla dipendenza patologica. Per le persone affette da dipendenza patologica la possibilità di interagire con la famiglia, con la società, con il lavoro, con un percorso di formazione, con un sistema di relazioni interpersonali, professionali, sociali e lavorative, non rappresenta un momento successivo e diverso dalla terapia. Al contrario, queste relazioni sono una parte essenziale della terapia, così essenziale che l’introspezione, l’autoanalisi, il controllo di sé, i trattamenti farmacologici, in mancanza di quelle relazioni, diventano semplicemente inutili, frustranti e controproducenti.

Questo non vuol dire che per la tipologia di utenza in trattamento non debbano essere usate tutte le precauzioni del caso: i distanziamenti interpersonali, i DPI, le sanificazioni, i controlli e i test …

Ma tutte queste misure devono essere calibrate ed inserite in un regime che consenta di mantenere, sviluppare e monitorare, con il supporto del personale terapeutico (in primis psicologi ed educatori), le relazioni sociali sia dentro i centri, che sul territorio, che in famiglia. Se invece sono pensate come parte di una metodologia rivolta a limitare o ad inibire addirittura le possibilità di interazione, allora diventano solo dei fardelli insopportabili che inducono le persone accolte ad abbandonare in massa le strutture.

Ringraziamo ancora una volta il Prof. Pier Luigi Lopalco per il prezioso contributo offerto in occasione dell’incontro svoltosi presso la nostra Comunità lo scorso 26 giugno e soprattutto per essersi adoperato, in pochissimi giorni, affinché le disposizioni regionali in materia di prevenzione da Covid-19 per le Strutture Residenziali Sociosanitarie, e quindi anche per le Comunità Terapeutiche, fossero riviste e adattate soprattutto alle specificità delle Strutture stesse.

Il testo integrale della Disposizione

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