Da oltre 35 anni diamo una risposta alle dipendenze creando un'alleanza terapeutica con gli Enti invianti, le famiglie e i soggetti coinvolti.

Giorgio

Ricordo come fossero ieri quei momenti di disperazione assoluta che provavo quando, con la mia ex ragazza, non riuscivo a fermarmi. Non riuscivo più a controllare i flussi di denaro in uscita, non riuscivo a convincerla che dovevamo smettere, praticamente non riuscivo più a fare a meno di sprofondare!
Era in quei momenti che per la prima volta cominciai a prendere in considerazione la possibilità di farmi curare in una comunità. Questa era un ipotesi che mi tenevo dentro e della quale non riuscivo a parlarne assolutamente con nessuno perché ho sempre pensato che le comunità servissero solo agli eroinomani “messi male” che avevano bisogno di disintossicarsi e non a chi come me aveva problemi con la cocaina. Poi comunque mi dicevano tutti che dipendeva solo da me e che potevo smettere in qualsiasi momento semplicemente usando la mia forza di volontà. Effettivamente nel 2005 ero riuscito a staccarmi dall’uso della cocaina da un giorno all’altro senza l’aiuto di nessuno quindi questo trascorso rafforzava la tesi che non avevo bisogno dell’aiuto di terze persone, ma più passava il tempo però e più continuavo a sprofondare.
C’era qualcosa che non andava: il 19 agosto del 2012 mio padre, allarmato dal direttore del mio ex ufficio, mi pose una domanda alla quale io risposi in tutta sincerità confidandogli il mio grande problema: FU IL MIO GRIDO DI RICHIESTA D’AIUTO! Da quel giorno cominciai a sentirmi molto più leggero, sentivo la mia famiglia vicina, vedevo che non volevano intraprendere azioni brutali nei miei confronti (anche se ne avrebbero avuto il diritto e tutte le ragioni) e questo mi ha fatto sentire ancora più in dovere di venir fuori dal problema ma, ancora con tutta la buona volontà, non riuscivo a smettere nonostante avessi anche cominciato a frequentare regolarmente il Ser.T.
Finalmente durante un colloquio della mia famiglia con la dottoressa del Ser.T. mi venne chiesto se ero disposto ad entrare in comunità: non volevo sentirmi dire altro! Io non riuscivo a dirlo per primo ma quando mi venne chiesto accettai subito perché sapevo che così facendo, quantomeno, mi sarei riuscito a staccare per qualche tempo dalla sostanza maledetta. Accettai dunque di andare a visitarne una e una volta conosciuto il dottore coordinatore del Centro accettai anche di fare una piccola prova di due giorni. Finita la prova ricominciai la mia vita da tossico e dopo cinque giorni presi la decisione: impugnando il telefono, mandai un sms a mio padre dove gli scrissi: “Babbo chiama la Comunità e avvisa che domani mattina io sono lì da loro”.
Da quel momento mi sentii più leggero, l’unica cosa che mi dispiaceva, e non poco, era il fatto di dover lasciare sola la mia ragazza.
E’ così che è cominciato il mio cammino. Non mi sono mai imposto limiti o date da raggiungere, l’unica cosa che mi sono imposto era che visto che ormai ero entrato sarei uscito solo una volta risolto il mio problema. Facile a dirsi ma, ancora oggi, non so quanto questa cosa sia realizzabile. Dico questo perché in Comunità sono riuscito a lavorare su molti lati del mio carattere: oggi sono in tanti dicono di vedermi cambiato davvero, più pacato, tranquillo. Insomma mi vedono migliorato e sinceramente questo lo vedo anche io… ma perché la “fissa” non va via? Perché non riesco ad essere schifato da tutto quello che ho combinato? Alcuni giorni vivo nell’ossessione perché mi vengono le fisse, per contrastarle penso a tutto il male causato dalla sostanza e subito dopo subentra la depressione perché quando penso a tutto quello che ho perso rimango davvero senza parole: non riesco a confortarmi!
Quello che oggi mi dà la forza di andare avanti è sicuramente l’amore della mia famiglia in primis e poi l’esperienza di persone che come me hanno avuto questo problema e che oggi stanno bene. Se non avessi conosciuto queste persone che mi hanno dato l’esempio, non so davvero dove andrei a prendere le forze per andare avanti. Più andavo avanti nel mio cammino e più capivo che l’unica cosa da fare davvero era fidarsi di quello che mi veniva detto dall’équipe (bello o brutto che fosse) e con i tanti loro suggerimenti sono arrivato oggi a scrivere questa mia relazione nella quale voglio ringraziare tanto tutte le persone che ho avuto modo di conoscere in questo cammino perché comunque vada la mia vita quest’esperienza mi ha dato tanto di positivo, mi ha fatto risollevare da terra e mi ha incamminato sulla BUONA STRADA. Ora da buon scout sta a me non smarrire nuovamente la strada maestra. Grazie!!!

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